Il suo nome di battesimo è Concetta De Rosa, ma nel 2011 lei e suo marito, anche suo produttore discografico, scelgono un nome d'arte per pubblicare il suo primo album da solista «Eklettika» (Edel Italia). Il nome Unaderosa per l'autrice rappresenta sia la sua appartenenza alla famiglia De Rosa che la consapevolezza di dover percorrere ancora tanta strada per arrivare a diventare un'artista autentica e riconoscibile, pertanto si definisce "una - qualunque".
Nasce a Napoli il 21 luglio 1979 e all'età di 10 anni si trasferisce in Calabria con la sua famiglia. Le sue attitudini artistiche si rivelano in vari ambiti, ma una precoce depressione e la sensazione costante di non essere compresa né sostenuta dai coetanei, ha rallentato la sua proficuità durante l'età adolescenziale. Concetta avverte sempre più forte l'esigenza di esprimersi con la musica e inizia a cantare per professione già a 15 anni, quando muove i suoi primi passi esibendosi dal vivo ovunque le sembrasse opportuno. Per lei la voce è un veicolo molto importante per raccontare e raccontarsi, infatti, non ama i virtuosismi e sceglie sempre brani che nei contenuti possano rappresentare la sua personalità e non soltanto le sue capacità canore. Decide così di provare a scrivere e a comporre le sue canzoni e a 16 anni il suo raccoglitore ad anelli è già colmo di storie in metrica. Intanto, la sua formazione esperienziale si arricchisce tra concerti e concorsi canori.
Attraverso alcuni colleghi musicisti napoletani, conosce Bruno Illiano, musicista e coautore dell'immenso Pino Daniele, il famosissimo musicista che Concetta adora in assoluto più di chiunque altro. Così decide di andare a studiare canto in città dal maestro Illiano che le ha insegnato "come si fa sul serio", come dice Concetta.
I veri risultati però li ottiene con Antonio Deodati, produttore e arrangiatore lucano. Insieme producono e pubblicano musica ormai da molti anni, coltivando ogni progetto compreso quello della crescita dei loro figli.
Concetta non ritiene di essere una scrittrice di romanzi perché richiedono una cura ed un tempo che lei non ha, impegnata com'è con la famiglia e il suo lavoro da concertista. Sa bene, però, di avere una notevole predisposizione nel sintetizzare storie di ogni genere nei testi delle canzoni che continua a scrivere per se stessa e per altri artisti. Molti però hanno provato a convincerla a scrivere un romanzo e pare proprio che ci siano riusciti.
Unaderosa ha pubblicato apprezzati lavori discografici nel pop, nella dance e nella world music collaborando, tra gli altri, con Vittorio De Scalzi, Eugenio Bennato, Michele Placido, Lino Vairetti (Osanna), Marcello Coleman, Ciccio Merolla, Silvano Delgado, Laura Valente (Matia Bazar), Antonio Gerardi e la vocalist brasiliana Corona. È voce e autrice dei Renanera, il suo progetto artistico principale. Con i Renanera le sono stati attribuiti numerosi premi. Primo tra tutti è l’attestazione di Eccellenza italiana dall’associazione «Ager Mea» presso la camera dei deputati con la seguente motivazione «Per aver fatto conoscere tramite la loro musica le migliori energie del Sud».
Inoltre ha ricevuto dalla redazione del giornale lucano «Il Sirino» il XX Premio Sirino d’Argento; è stata insignita del Premio della Critica per la sezione Etno Song del Premio Mia Martini col brano sul tema del bullismo «Je mo m’accire» e ha vinto la V edizione di Musica Contro le Mafie, patrocinato da Libera Contro le Mafie, associazione di Don Luigi Ciotti.
In molti hanno sottolineato le sue capacità artistiche, tra cui i giornalisti Vincenzo Mollica, Dario Salvatori, Federico Vacalebre e Fausto Pellegrini. Unaderosa si cimenta per la prima volta nella scrittura di un romanzo e inevitabilmente il Sud si manifesta attraverso il mondo immaginifico e reale dell’autrice legata indissolubilmente alle su radici.
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